Tracy 168 : l’ideatore del wild style

Tracy168 è stato uno dei pionieri del graffiti writing e (auto-proclamatosi) l’inventore del Wild Style Graffiti, uno degli stili di writing più complessi sia da realizzare, che da leggere. Per Tracy168, però, wild style non era solo un modo di dipingere e realizzare pezzi, ma era un vero e proprio stile di vita: scopriamo assieme la storia di questa enorme figura che ha fatto parte della storia del writing.

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Cosa è la street art? una domanda a cui non è sicuramente facile rispondere. Proviamo a capire oggi cosa si intende con questo termine e da dove ha origine il tutto

Tracy 168: le origini

Tracy nasce a New York (Bronx), nel 1958, il 14 Febbraio. Il suo vero nome era Micheal Tracy e dico era poiché, purtroppo, Tracy ci ha lasciato nel 2023, ma le sue idee e le sue invenzioni saranno per sempre una pietra miliare all’interno del movimento del writing.

L’infanzia del writer non è certo delle migliori: il padre se ne andò quando lui era ancora giovanissimo e si trovò a passare le giornata sballottato tra la casa dei nonni portoricani, vicino a Manhattan, e la casa della madre, di origine irlandese, nel Bronx.

Frequenta una scuola del Bronx e riesce a stare lontano da brutte compagnie ed influenze negative, però non riesce a stare fermo ed accettare di fare una vita casa e scuola. Ad 11 anni, con una piccola crew di amici, scopre il fenomeno del tagging che si stava pian piano evolvendo nelle zone di New York ed inizia a taggare in giro: lui stesso ha raccontato di ricordare perfettamente l’emozione provata alla sua prima tag, fatta nel 1969 su un bus della MTA. Facevano parte di questa piccola crew di amici writer del calibro di Clyde, Charle158 e Chichi133, tagger che sarebbero diventati potentissimi nel 1970.

Dire che fosse un genio del writing è forse esagerato, però i libri, i filmati e ciò che ci rimane oggi per studiare le origini di questo movimento, ci raccontano che già all’età di 11 Tracy168 aveva firmato il suo primo treno. Il passaggio da tag a treni era stato velocissimo, ma questo era dovuto alla sua intraprendenza ed alla sua voglia di avventura: cosa poteva esserci di meglio per un ragazzo amante dell’adrenalina se non l’idea di nascondersi, intrufolarsi e fare qualcosa di super illegale. Fu proprio vedere passare il suo nome a Brooklyn che gli fece capire che avrebbe dipinto fino alla sua morte, cosa che ha effettivamente fatto.

Tracy168 ha dipinto treni tra il 1972 ed il 1976, per poi passare a lavorare principalmente sui muri: oltre al fatto di aver perso quello stimolo che lo portava ogni settimana a rubare delle bombole per poi utilizzarle la sera stessa, la morte di un amico e la cattura di alcuni ragazzi da parte della polizia gli fecero capire che era finito il tempo della leggerezza e che i rischi oramai erano diventati troppi.

A 19 anni smette di disegnare treni per cercare di vivere con la sua arte, ma prima di farlo invita un giornalista a scrivere un pezzo su di lui e fotografarlo mentre stava dipingendo: la cosa che fa ridere (in maniera simpatica) è il fatto che Tracy168, per scherzo, disse che avrebbe disegnato il nome di chiunque sul treno per 25$… praticamente stava creando l’advertising senza saperlo.

La scelta del nome: Tracy168

Il writer cresce in una Manhattan in cui, nei primi anni 60, erano già presenti delle scritte sui muri, ma non si tratta di tag come le intendiamo oggi: The Black Spades, Ghetto Brothers, Savage Nomads, Latin Kings. Le più importanti gang di quartiere marcavano il proprio territorio facendo sì che fosse chiaro di comandava in una determinata zona.

Verso la seconda metà degli anni 60 iniziano invece ad apparire le prime tag come le consideriamo oggi: Tracy168 ha la fortuna di vivere e camminare tra le vie in cui questo movimento si stata diffondendo grazie ai ragazzi della 136 STREET BOYS crew.

Non c’è un motivo specifico, semplicemente inizia a taggare nella consapevolezza che per poter andare avanti a farlo doveva continuare a migliorare, farsi un nome, imparare a rubare e scappare velocemente. Anche la scelta della propria tag era fondamentale secondo il writer e quindi ecco nascere Tracy168.

Tracy, il suo cognome irlandese, significava audace/coraggioso e 168 in onore della 168esima strada; ma c’è un solo problema: Tracy168 è nato e cresciuta nella 165esima strada, ma per scelta stilistica e sonorità, scelse la 168esima.

Storicamente ha creato pezzi utilizzando anche atri nomi come HAWAII 5-0 o LOVESTER, una tecnica utilizzata spesso dai writer quando vogliono studiare un nuovo stile e perfezionarlo.

Tracy 168: Wild Style come modo di vivere

Lo storico gruppo di amici con cui Tracy168 cresce e dipinge si trasforma in una vera e propria crew da lui stesso ideata: la Wanted. Stando alle parole del writer, la Wanted contava più di 50 membri in tutta New York ed era una delle più grandi crew in quel moment, ma nel giro di qualche anno Tracy168 decide di lasciare la leadership al suo grande amico e compagni di treni ChiChi133 per creare qualcosa di nuovo e innovativo: nacque così la crew Wild Style.

Questa non era una semplice crew, per Tracy 168 era una religione. Giorno dopo giorno lo stile delle lettere di Tracy 168 iniziano a cambiare, ad intrecciarsi e sovrapporsi, diventando qualcosa di selvaggio e sempre più complesso: stava nascendo quello che oggi consideriamo lo stile di writing più complesso e cioè il wild style. Accanto a lui, nello sviluppo di questa nuova pazza idea, c’erano pochi writer scelti e fidati, persone che avevano interesse nell’evolvere il proprio stile, come ad esempio Pnut2.

Se vuoi approfondire sullo stile di graffiti writing Wild Style puoi leggere qui il mio articolo.

Il Puppet di Tracy168

Un’altra delle idee e novità apportate all’interno del movimento del writing attribuite a Tracy168 è quella dei cartoons. Il writer è stato infatti tra i primi ad aggiungere come elementi decorativi nei suoi pezzi i personaggi dei cartoni animati, scegliendo tra la figure più popolari ai tempi.

Alla base di questa azione c’era un’idea al di fuori degli schemi (per il 1970): mentre i nomi nel tempo si possono dimenticare e confondere, possono essere copiati o persino ti si possono rivoltare contro, i cartoni animati non muoiono mai e rimangono nella memoria dei grandi e dei piccini.

Il puppet di Tracy168, ispirato dai cartoni animati, è iconico nel movimento del writing anche perchè è stato uno dei primi ad apparire sui treni e rappresentare un nome: il volto di questo b-boy sorridente, con gli occhiali a coprire totalmente gli occhi ed i capelli biondi è uno dei simboli più importanti nel mondo hip-hop.


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