Guerrilla art: street art o solo marketing?

Non è stato facile approfondire questo tema perché molto spesso Guerrilla Art viene utilizzato come sinonimo di street art, ma non sono sicuro al 100% che sia così.

Sicuramente si tratta di due cose molto simili tra loro e forse oggi, con l’evoluzione che ha avuto l’arte urbana, vedo la Guerrilla Art come un sottoinsieme di attività artistiche di un linguaggio comunicativo più grande quale è la street art.

Ma quindi cosa caratterizza la Guerrilla Art? Perché si chiama così? e soprattutto: è solo marketing?

Guerrilla art: marketing o arte? | Episodio 23 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

Il termine guerrilla art viene spesso confuso ed utilizzato al posto di "street art", ma si tratta di due cose diverse. Di cosa si tratta? Che differenza c'è con il guerrilla marketing?

Art Guerrilla di cosa si tratta

La Guerrilla Art (raramente chiamata anche Art Guerrilla) è un movimento artistico di rottura che si pone l’obiettivo di lasciare al fruitore degli spunti su cui riflettere e che tratta spesso temi legati ai problemi della società moderna, al consumismo di cui siamo vittima giornalmente ed all’attualità.

Tra le regole non scritte della guerrilla art quelle che spiccano di più e che devono essere sempre rispettate sono l’assoluto mantenimento dell’anonimato, il riappropriarsi dello spazio pubblico, l’assenza di autorizzazione ed il divieto di danneggiamento dell’ambiente circostante.

Questi punti sono molto importanti poiché l’atto di guerriglia art è sempre un atto di microdisobbedienza e quindi si classifica come atto vandalico poiché va contro le regole imposte dalla società moderna.

Gli artisti di guerrilla art non improvvisano la propria arte: il luogo, l’ora ed il modo in cui la performance prende vita è studiato per forzare il fruitore ad uscire dagli schemi, a voltare la testa, cambiare il proprio pensiero e ragionare almeno due volte su ciò che sta osservando.

L’atto di guerrilla art altera la percezione che il fruitore ha dell’ambiente in cui si trova e lo spiazza: l’artista vuole spingere l’osservatore ad aprire gli occhi e focalizzarsi su qualcosa di diverso e nuovo, che magari è sempre stato davanti ai suoi occhi.

Perchè si dice Guerrilla Art?

Il termine Guerrilla deriva dalla parola guerriglia, un termine del gergo militare che indica una tipologia di combattimento a basso costo solitamente praticata dai civili (che non possono permettersi mezzi militari di alto livello).

Proprio da questo concetto di “povertà” e “popolo” nasce il termine guerrilla art: una ricerca, con i propri mezzi, da parte dei civili, di riappropriarsi degli spazi pubblici abbandonati.

E quale miglior modo per aprire gli occhi alle persone se non l’arte?

GAAG

Origini della Guerrilla Art

Non ho trovato una fonte certa che dica “Così nasce la guerrilla art”, ma non si può negare che il Guerrilla Art Action Group (G.A.A.G.) sia stato uno dei collettivi storici più importanti ed influenti per quanto riguarda questa tipologia di arte.

La loro performance presso il MoMa di New York nell’inverno del 1969 è entrata nella storia: dopo aver letto una missiva in cui venivano richieste le dimissioni di parte del board del museo (I Rockefeller), il collettivo inizia a simulare una rissa strappando vestiti e simulando lotte, il tutto enfatizzato da sacchetti ripieni di sangue intrufolati furtivamente all’interno del museo (Ti invito ad approfondire da solo).

Altre fonti dicono invece che uno dei primi e veri e propri eventi classificabili come guerrilla art risale al 1978 ed è opera di Barry Thomas: l’artista, a Wellington, si riappropria di un terreno distrutto dove sorge vaun teatro e pianta circa 180 piante di cavolo formando la parola CAVOLO. Questo lavoro ha influenzato l’ambiente che lo circonda tanto da coinvolgere l’intera comunità ed altre artisti: il tutto ha portato alla nascita di un festival per la rinascita della foresta originaria del territorio di Wellington.

Anche Damien Hirsts, con il movimento giovanile dedicato agli artisti britannici (Young British Artists) è spesso citato come “padre” del movimento della guerrilla art: a questo collettivo si devono infatti le prime mostre libere, non autorizzate ed all’interno di spazi pubblici nel territorio inglese.

Tipologie di Guerrilla Art

Poiché la guerrilla art è qualcosa di inaspettato che dialoga con l’ambiente, ma che prova a distruggerne le certezze, sono veramente tante le possibilità:

  • ATTACCHINAGGIO; lo stile più diffuso e consiste nell’attaccare sui muri di una città (o di un determinato luogo) più e più volte lo stesso poster. Un singolo poster solitamente non genera l’effetto di “guerrilla”
  • INSTALLAZIONI; più complesso del precedente, ma di forte impatto poiché si tratta spesso di oggetti di grandi dimensioni (un esempio, se vuoi approfondire, è il Charging Bull di Arturo di Modica)
  • VIDEOPROIEZIONI; difficile da organizzare, ma sempre apprezzato, consiste nel proiettare un messaggio o un disegno sui luoghi simbolo della città
  • PERFORMANCE; meno diffuse, ma efficaci come i precedenti, consistono in rappresentazioni teatrali non autorizzate in spazi pubblici con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione dell’osservatore su un determinato tema
  • GARDENING; oserei dire la più divertente e consiste nell’inserire piccole piante in “non-luoghi” o luoghi abbandonati su cui non si ha alcun diritto di coltivare

La differenza con il Guerrilla Marketing

Se ti sei avvicinato a questa tipologia di arte per la prima volta, la cosa fondamentale da sapere è che la guerrilla art non nasce per vendere un prodotto: a differenza della street art (per come la vediamo oggi) gli artisti che si occupano di guerrilla art lo fanno anonimamente e lo fanno per parlare direttamente agli osservatori che vivono in un ambiente, non per finire sui giornali (ma se succede, tanto di guadagnato).

Come tutte le discipline artistiche e non, prima o poi comunque il marketing viene a bussare alla porta, ed è stato così anche per il fenomeno di guerrilla.

Jay Conrad Levinson è in assoluto il padre di quello che oggi è definito Guerrilla Marketing: a metà degli anni 80 Levinson ebbe l’intuizione di investire piccoli budget in attività non convenzionali, ma che riuscissero a colpire i possibili consumatori in un modo diverso da televisione e radio.

La strategia pubblicitaria del guerrilla marketing è studiata nei minimi dettagli: deve spiazzare ed incuriosire il consumatore, ma non deve vendergli un prodotto bensì un’idea oppure un brand. Un lavoro fatto bene spinge automaticamente l’idea a diventare virale grazie al passaparola facendo diventare le persone i mezzi principali per promuovere un brand.

Esempi in Italia e nel mondo

Ai giorni d’oggi ci sono alcuni collettivi principalmente che classificano le proprie attività artistiche all’interno di questo “filone di street art”.

Guerrilla Spam Street Art

Questo collettivo, nato a Firenze, è tra i più conosciuti in Italia sia per essere stato tra i primi a dedicarsi alla pratica della guerilla art, sia per la qualità dei propri lavori. Il gruppo di ragazz*, conosciutisi a Firenze, ha sviluppato la propria arte proprio tra le vie della città e non si può negare il fatto che questa cosa abbia influenzato le loro scelte.

Anche se oggi si sono spostati verso un muralismo contemporaneo, il loro stile predominante è caratterizzato dall’attacchinaggio compulsivo di poster: non c’è nessuno slogan alla base delle loro opere, ma una ricerca di dialogo con l’osservatore.

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Guerrilla Spam foto by arttribune

Guerrilla Girls

Le Guerrilla Girls sono un collettivo femminista che si occupa di affrontare in maniera forte e decisa temi come il sessismo, il patriarcato e la corruzione sia nel mondo dell’arte, ma anche nel mondo della cultura pop e contemporanea.

Rimanendo anonime, grazie alle maschere da gorilla che indossano, riescono a far sì che il focus principale dell’osservatore (o ascoltatore) non ricada su di loro, ma sui temi di cui parlano.

Guerrilla-Girls

Banksy Guerrilla Art?

L’ultimo paragrafo di questo post lo dedico al nome più famoso nel mondo dell’attuale “street art” e cioè Banksy.

Oggi non possiamo certamente dire che le sue attività si classificano all’interno della Guerrilla Art (e penso che tu stesso ci sarai arrivato dopo aver letto il post), però in passato, soprattutto agli inizi e quando ancora l’arte urbana non era così diffusa, le attività di Banksy erano molto legate a questo specifico movimento artistico.

Anonimato, segretezza, illegalità, nessuna autorizzazione e ripetizione della stessa opera erano alcune delle principali caratteristiche dell’artista di Bristol

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