Come vengono strappati i graffiti dai muri

Sono anni che prosegue il dibattito riguardante il ciclo di vita di street art e graffiti.

C’è chi sostiene che l’arte urbana deve nascere e morire per strada e chi invece la considera un patrimonio culturale di tutti e quindi vorrebbe farla sopravvivere per sempre, come un Picasso.

Come si strappano i graffiti dai muri | Episodio 10 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

Negli ultimi anni sta accadendo qualcosa di strano: veri e propri muri vengono esposti all'interno di mostre. Come è possibile tutto ciò? Esiste una tecnica che permette di strappare i graffiti dai muri. In questo podcast affrontiamo questa tematica spinosa

Sentiamo parlare di mostre dedicate all’arte urbana e musei con opere di street art esposte, ma questa cosa come è possibile?

La prima domanda che ci si pone (e che mi viene fatta almeno una volta al mese) è:

Come è possibile portare un muro all’interno di un museo? Non spaccheranno mica il muro dai!?

Non è il muro ad essere estratto o staccato, ma è proprio il graffito o l’opera di street art ad essere “strappata”.

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Come è possibile strappare un graffito da un muro?

Esiste una tecnica tramandata dagli artigiani restauratori da centinaia di anni che ha permesso a queste figure di strappare (o staccare) in passato dai muri delle chiese o degli edifici affreschi e capolavori dei più importanti pittori italiani.

Negli ultimi 10 anni questa tecnica di “strappo” è stata rivisitata ed utilizzata, con le dovute modifiche del caso, per trasportare alcune opere di street art dai muri alle tele.

In cosa consiste la tecnica dello “strappo”?

Anche se può sembrare molto semplice, in realtà la tecnica dello “strappo” richiede molto studio, molta esperienza e moltissima pazienza. Basti pensare ai diversi materiali con cui un graffito o un’opera di street art può essere creata e le diverse superfici su cui può trovarsi per capire come esistano ancora oggi delle situazioni non affrontate.

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Fotogramma dal documentario #INFLVENCERS: The Restoration of Blu

La tecnica consiste nel creare una tela di stoffa al di sopra della superficie da strappare. Attaccando pezzi di stoffa grossi come un foglio A4 e distribuendo su di essi uno strato di colla speciale si va a creare una tela che, una volta indurita, ricopre totalmente il graffito ed il muro che lo circonda.

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Fotogramma dal documentario #INFLVENCERS: The Restoration of Blu
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Fotogramma dal documentario #INFLVENCERS: The Restoration of Blu

Con molta attenzione si procede quindi a strappare dal muro uno strato di pochi millimetri (meno di 1cm) utilizzando un semplice scalpello, ponendo massima attenzione, ed arrotolando la tela come fosse un dipinto.

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Fotogramma dal documentario #INFLVENCERS: The Restoration of Blu

A distanza di mesi, una nuova tela viene attaccata nella parte strappata dal muro, permettendo di staccare la tela iniziale e di godere nuovamente della vista dell’opera come se fosse un qualsiasi affresco.

Il caso più famoso in Italia: le opere di BLU a Bologna

In Italia, patria di artigiani e storici artisti, questa tecnica è ben conosciuta (anzi, possiamo dire che è stata perfezionata proprio in Italia). Qualche anno fa ha infatti fatto clamore la decisione di BLU di ricoprire o distruggere le sue opere per evitare che venissero strappate ed inserite nella mostra Street Art Banksy & Co.

Vi lascio qui sotto un video molto interessante riguardante proprio questa tematica: è sottotitolato in italiano quindi non abbiate paura di guardarlo

#INFLVENCERS: The Restoration of Blu | Street Art Banksy & Co.

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