Cosa significa il verbo buffare nel glossario del graffiti writing

Chi ha a che fare con il mondo del graffiti writing conosce certamente il significato del verbo buffare, ma per chi è nuovo e sta iniziando a conoscere questo universo underground può risultare invece sconosciuto.

Buffare è chiaramente l’italianizzazione del verbo “to buff” utilizzato nello slang del writing per indicare la cancellazione di un pezzo. Ho voluto approfondire un po’ e sono rimasto colpito dal concetto di “art of buffing”: scoprirlo qui sotto!

Cosa è la street art? | Episodio 01 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

Cosa è la street art? una domanda a cui non è sicuramente facile rispondere. Proviamo a capire oggi cosa si intende con questo termine e da dove ha origine il tutto

Cosa è il buffing e come comportarsi?

Quando un pezzo viene buffato significa che è stato coperto, ma non da un nuovo pezzo, bensì da un getto di vernice monocolore. Il buffing fa parte del mondo dei graffiti e va accettato a malincuore: capisco che è frustrante vedere la propria opera coperta (a volte anche nel giro di poche ore), però sappiamo tutti che l’arte urbana nasce e muore in strada.

Imparare a non rosicare quando un proprio lettering (ma anche un poster) viene buffato è difficile, ma con il tempo ci si abitua a questa cosa. Il dubbio che pervade solitamente writer ed artisti è se tornare sullo stesso muro e ricreare l’opera oppure desistere: si tratta di due scuole di pensiero totalmente opposte, infatti ci si può intestardire e continuare a dipingere fino allo sfinimento, oppure non perdere tempo per creare qualcosa che nel giro di poco tempo verrà nuovamente coperto.

Una delle cose che da qualche tempo vedo in giro e mi fa molto divertire è il diverso trattamento dedicato a street art e writing (la differenza tra i due è un tema affrontato spesso, ecco la mia visione): quando vedo muri in cui tag e scritte sono state coperte mentre stencil e poster no divento pazzo. Se devi fare un lavoro, fallo bene!

Buffing-Espressionismo-Astratto-4

In che modo può essere buffata un’opera?

Quando parliamo di graffiti writing e street art bisogna ricordarsi che esistono diverse tipologie di materiali utilizzati per creare le varie opere, di conseguenza esistono anche diversi materiali e sotterfugi per cancellare le opere stesse.

La base del buffing sono rullo e vernice: se per esempio una tag è stata dipinta sul muro di un privato cittadino, questo può munirsi di una tanica di vernice e di un rullo, coprirla e ripristinare il proprio muro; inutile dire che 9 volte su 10 si tratta di un buffing evidentemente amatoriale visto che la scelta del colore è sbagliata: quante volte avete visto muri “pasticciati” con strisce di 4-5 tonalità diverse dello stesso colore per coprire dei graffiti?

Altri metodi utilizzati per il buffing sono a base di diluenti molto potenti o paste abrasive, ma il più significativo per me rimane sempre l’idropulitrice: il getto d’acqua compressa spesso riesce a cancellare dalle superfici lo strato di vernice e sicuramente poster e sticker.

Infine non è da sottovalutare la superficie: su una superficie liscia ed uniforme è più facile riuscire a buffare dei graffiti writing, quando invece la superficie è composta da mattoni o muri non omogenei allora la pratica di buffing diventa più difficile.

Se poi vuoi che le tue tag non vengano mai cancellate, esistono degli inchiostri “hard to buff” il cui nome dice tutto: oltre alla difficoltà nel cancellare le scritte, questi inchiostri una volta a contatto con i diluenti iniziano a creare degli aloni peggiorando quindi la situazione.

Art-Buff-Banksy

E se ti dicessi che il buffing è arte ci crederesti?

Quando scrivo questo articoli non mi baso solo sulla mia esperienza personale e sulle cose che ho appreso e studiato negli anni, ma effettuo sempre un po’ di ricerca. Sono rimasto affascinato quando ho scoperto che il buffing ricopre un ruolo di nicchia, ma molto interessante, all’interno dell’arte.

Come spiegavo nelle righe precedenti, molto spesso gli autori del buff sono privati che piuttosto di vedere i muri coperti da lettering o tag, preferiscono ridipingerli utilizzando vernici con colori simili allo sfondo originale.

E’ proprio questo processo che da vita a quelle che agli occhi di alcuni artisti si possono classificare come richiamo all’espressionismo astratto.

La cosa più affascinante in realtà è il fatto che queste opere d’arte astratta sono generate inconsciamente da semplici persone che nell’atto di coprire dei graffiti si trasformano involontariamente in artisti (e Banksy forse diverso tempo fa ci aveva visto lungo con la sua Art Buff).

Ci sono poi diversi artisti e fotografi che negli anni hanno raccontato il concetto di “art of buff” all’interno di libri, un po’ come io cerco di raccontare la street art nelle città e trovo questa cosa spaziale: riuscire a vedere arte nella distruzione della stessa non è da tutti.

Ti suggerisco di guardare questo documentario del 2001 che approfondisce proprio questo tema: è chiaro che si tratta di un discorso molto profondo ed avanguardistico, ma ti assicuro che è qualcosa di speciale.

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