Graffiti Scratching: scavare le superfici

Lo scratching è una tipologia di graffiti writing molto forte chiamata anche scribing, che lascia il segno e quindi permette di essere riconosciuti, ma allo stesso tempo molto rischiosa per le tue tasche. Spesso è messo in parallelo con l’etching, un’altra tipologia di graffiti writing, ma tra i due c’è una sostanziale differenza: nel primo si incide una superficie, nel secondo si corrode.

Cosa è la street art? | Episodio 01 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

Cosa è la street art? una domanda a cui non è sicuramente facile rispondere. Proviamo a capire oggi cosa si intende con questo termine e da dove ha origine il tutto

Scratchiti: di cosa si tratta

Il termine scratchiti è una parola utilizzata per indicare una specifica tipologia di graffiti (indicati anche come scribes). Nata dalla fusione delle due parole scratch e graffiti, questo termine si utilizza per indicare tutta quella tipologia di graffiti writing che scavano all’interno di una superficie per lasciare il segno. Oggi questa cosa è vista vandalismo e deturpazione di bene, però è sicuramente la cosa che più si avvicina agli originali graffiti incisi nella pietra.

Non penso esista una statistica, ma mi sbilancio nel dire che in molti, almeno una volta nella vita, hanno provato ad incidere la propria iniziale da qualche parte: ecco, il senso è lo stesso, la differenza è che nel caso dello scratching si tratta di lasciare la proprio tag.

Solitamente le superfici più colpite da questa tipologia di graffiti sono i vetri, gli specchi, i divisori in plastica o plexiglass, le superfici di plastica e soprattutto le vetrate dei negozi.

Scratchies: come e dove?

Lo scratching, cioè l’attività di incidere graffiti, è principalmente una tipologia di tagging: non si possono creare pezzi di grandi dimensioni, ma nemmeno throwup e figuriamoci fare le outlines. Lasciare la propria tag su una superficie, incidendola, è tra le cose che più danno soddisfazione poiché si ha la consapevolezza che quella scritta sarà difficilmente coperta: nonostante esistano dei tool di riparazione, a volte è necessario cambiare totalmente la superficie incisa.

Questa tipologia di tag è spesso eseguita con del materiale appuntito come delle chiavi o dei cacciaviti (ed esistono dei veri e propri tool per scratchare le superfici), ma quella che dà più soddisfazioni è per me la carta vetrata: distrugge le mani, ma permette di coprire più spazio. Altri materiali solitamente sono vetri rotti, pietre, martelletti… insomma ci si arrangia con quel che si può trovare in giro, l’importante è che sia un materiale duro e ben affilato.

I luoghi in cui potrai trovare scratchiti sono solitamente le metro, sui bus ed i treni: guarda sempre sui vetri all’interno dei vagoni, spesso è quello il luogo giusto dove vedere qualche bella tag incisa. Raramente succede, ma anche nei locali, specialmente nei bagni, è possibile incrociare qualche tag.

E’ pericoloso fare scratching?

Si, è assolutamente pericoloso fare scratching ed io, come sempre, non lo consiglio: l’articolo è scritto solo per condividere informazioni riguardo a questa tipologia di graffiti.

Attenzione: non è pericoloso perchè si rischia di farsi male, come magari può succedere con l’etching che prevede l’utilizzo di acido; è pericoloso poiché una volta colti in fragranza di reato c’è poco da fare, diventa necessario sostituire l’intera superficie rovinata e fidati, non vorresti mai voler pagare di tasca tua la sostituzione di un’intera vetrina o anche di un semplice vetro di un mezzo pubblico.

Scratching e street art, è possibile?

Può sembra assurdo, ma è possibile. L’artista VHILS ha fatto di questa tipologia di graffiti il suo marchio di fabbrica, evolvendola e portandola sui grandi muri.

Se sei interessat* puoi leggere qui il mio articolo su VHILS.


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