King Robbo vs Banksy : la graffiti-war più conosciuta

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Se non hai letto l’articolo su King Robbo, l’uomo che prese a schiaffi Banksy, ti conviene iniziare da QUI e poi tornare a leggere

King Robbo vs Banksy è stata definita spesso come una delle più interessanti faide artistiche degli ultimi 50 anni.

Prima di loro solo l’amicizia/rivalità tra Picasso e Matisse aveva destato un interesse così grande anche in chi preferisce il gossip piuttosto che l’arte.

Le differenze tra street art e graffiti writing | Episodio 04 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

La domanda che mi fanno più spesso è "Quali sono le differenze tra street art e graffiti writing?". Si tratta di un terreno molto scivoloso, per mia esperienza è quasi impossibile mettere tutti d'accordo. In questo podcast vengono affrontate alcune delle diversità tra i due fenomeni artistici come ad esempio l'origine o il significato delle opere

La faida Banksy vs Robbo

Nel 2009, dopo l’uscita del libro London Handstyles in cui King Robbo raccontava l’anedotto dello schiaffo a Banksy, uno dei pezzi storici del writer inglese viene ufficialmente coperto… indovinate da chi? Banksy!

L’atto di Banksy viene visto da tutta la scena del graffiti writing come estremamente irrispettoso e costringe Robbo a tornare sui suoi passi.

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Fucking Robbo

Parte 1: Fucking Robbo

Dopo aver dato l’addio al graffiti writing, Robbo torna nella scena per difendere il suo onore e quello di tutti i writer. Una notte del 2009 il muro su cui Banksy aveva lasciato la sua ultima opera viene crossato da Robbo il quale inserisce nell’opera dell’artista di Bristol le parole KING ROBBO.

Robbo non si ferma qui: nel giro di qualche settimana tutti i pezzi lasciati da Banksy nei canali di Londra vengono crossati, tra questi anche la bellissima scritta “I DON’T BELIEVE IN GLOBAL WARMING” che ingegnosamente diventa “I DON’T BELIEVE IN WAR – ITS TO LATE FOR THAT SONNY!“. Un messaggio abbastanza diretto.

Chiaramente Banksy non rimane a guardare e qualche mese dopo ritorna nel famoso spot dove tutto ebbe inizio trasformando la scritta KING ROBBO in un geniale “FUCKING ROBBO”.

Parte 2: Banksy La Rat

Se da una parte Banksy si permette di crossare l’opera ultima di Robbo, dall’altra King Robbo passa al contrattacco andando a crossare le varie opere di Banksy.

Probabilmente l’attacco più forte da parte di King Robbo nei confronti del “rivale” è stato quello denominato Banksy La Rat.

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Banksy La Rat by Team Robbo – picture Phil

Banksy è conosciuto per l’utilizzo di stencil ed una delle icone che più ha rappresentato nella sua storia sono i ratti (simbolo dei sobborghi e della ribellione). Aggiungendo la scritta Banksy La Rat all’opera di Banksy tra i canali di Londra, Robbo attacca l’integrità stessa dell’artista di Bristol.

Si tratta di un’accusa diretta: mentre oggi Banksy è considerato forse il numero uno tra gli street artist nel mondo, la vecchia guardia non ha mai digerito il fatto che lui utilizzasse stencil per lavorare. Inoltre questa metodologia di arte urbana era già stata utilizzata negli anni precedenti da un famoso artista francese per le vie di Parigi: Blek Le Rat, il cui soggetto principale erano i ratti.

Le opere di Banksy sono allora delle “copie”? Questa è il dubbio che Robbo vuole suscitare con il suo cross.

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Blek Le Rat – Uno dei padri dell’urban art francese

Banksy Le Rat è dunque una critica all’operato di Banksy, reo di essersi appropriato delle idee di un’altro artista.

Parte 3: RIP BANKSY’S CAREER

A metà 2010 le istituzioni prendono una decisione: tutti i graffiti e le opere su cui fino a quel momento Banksy e Robbo avevano lavorato vengono coperti o cancellati.

Sembra essere la fine della faida Robbo vs Banksy, ma così non è.

King Robbo decide di lasciare un nuovo iconico messaggio a Banksy, tornando al suo famoso muro, reso quasi irraggiungibile dalla security, e disegnando un Top Cat che sorride su una lapide dove è possibile leggere “RIP BANKSY’S CAREER

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Top Cat – Rip Banksy’s carrer

Parte 4: tributo a King Robbo

King Robbo già a fine 2010 ottenne una sua prima vittoria: la possibilità di esporre dei propri pezzi in una mostra privata, ma anche un muro di grandi dimensione su commissione.

Questa faida quindi, oltre avergli fatto saltare i nervi, alla fine lo aiutò ad entrare in un mondo in cui mai pensava di poter arrivare.

Purtroppo, però, ad Aprile 2011, qualche giorno prima della sua mostra dal titolo “Team Robbo – The Sell Out Tour” in una galleria di Shoreditch, King Robbo viene trovato in stato di incoscienza con una ferita alla testa dovuta quasi certamente ad una caduta ed entra in uno stato di coma profonda da cui non si risveglierà più (Morirà il 31 Luglio 2014).

Venuto a conoscenza del fatto, Banksy ritorna per l’ennesima volta dove tutto ebbe inizio per lasciare un suo ultimo tributo all’unica persona che probabilmente è riuscita a tener testa al suo genio.

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Banksy – Tributo a King Robbo

Una traccia bianca su sfondo nero ricalca alla perfezione l’opera originale di King Robbo sotto cui viene aggiunto il tocco di Banksy: una bomboletta spray con una fiamma, come se fosse una candela, in onore del writer e nella speranza del suo risveglio.

Questo simbolo entrerà a far parte delle icone rappresentative di Banksy, tanto da riprodurlo anche a Dismaland, sempre in onore di King Robbo

Al di fuori della faida: la scena

La faida Robbo vs Banksy non è stata semplicemente una schermaglia tra due artisti, ma una vera e propria “discussione sul campo” tra un movimento arrivato a Londra negli anni 80 ed un nuovo approccio all’arte urbana in via di sviluppo.

Tra la fine degli anni 90 ed il primo decennio del 2000 le politiche anti-graffiti andavano rafforzandosi in Inghilterra: telecamere a circuito chiuso, recinzioni, fili spinati, controlli serrati, processi ed arresti.

Parallelamente fu messo in atto un importante processo di pulizia delle superfici che, però, inizio a scontrarsi con quella che successivamente venne descritta come “street art”.

Se da un lato tutto ciò che poteva essere considerato un graffito writing veniva cancellato, dall’altra parte, tutto ciò che poteva essere considerato street art veniva salvaguardato (il metro di giudizio utilizzato era la valorizzazione territoriale a livello artistico).

Questa differenza di trattamento ha fatto si che Robbo vs Banksy si trasformasse da semplice faida tra due persone a guerra tra un gruppo di persone, i writer, rappresentanti di un movimento che si era guadagnato uno spazio a suon di lotte, ed i fan dell’arte, rappresentanti di quella massa che da lì a poco avrebbe celebrato la street art come espressione massima dell’arte urbana.

Nacque così il Team Robbo, gruppo di storici writer inglesi, chi più vicino chi meno a Robbo, il cui obiettivo principale inizialmente era quello di crossare le opere di Banksy, mentre oggi è quello di onorare la memoria di uno dei padri della scena inglese.

La situazione oggi

L’ultima citazione degna di nota nella scena è la dedica fatta da Banksy nella sua installazione Dismaland dove era presente un pezzo rappresentante la famosa bomboletta con fiamma accesa a simboleggiare la speranza per il risveglio di King Robbo.

Il team Robbo opera ancora, ma non è più concentrato sul crossing delle opere di Banksy. Sul loro sito è possibile leggere infatti che alla vigilia della mostra di Shoreditch del 2011, King Robbo aveva confidato di voler e poter crossare un nuovo pezzo di Banksy, ma che probabilmente non lo avrebbe fatto perchè l’impatto mediatico sarebbe stato troppo forte ed i media avrebbero fatto passare il suo gesto più come una mossa di marketing che un vero e proprio segno di sfida nei confronti dell’artista di Bristol.

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Tributo a Robbo – Replica del suo Throw up

Oggi il famoso muro di Robbo è considerato uno spot storico per il movimento dei graffiti-writing inglese, quasi un santuario, ed è stato coperto prima con la riproduzione fedele del pezzo di Robbo e poi con la riproduzione del suo throw up.

Aggiornamento Marzo 2021

Dopo anni di silenzio, nel 2021 il team Robbo è tornato all’attacco “vandalizzando” l’ultima opera di Banksy. Il perchè siano tornati all’azione in questo momento non è ancora chiaro, ma qualcosa sotto ci deve essere.

L’opera dell’artista di Bristol è dedicata ad Oscar Wilde e si trova sulle mura della prigione di Reading: lo stencil riproduce un prigioniero in fuga che sfrutta una corda fatta di lenzuola alla cui fine è posta la macchina da scrivere, simbolo della letteratura.

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