Graffiti King: cosa significa?

King nel mondo dei graffiti è una parola molto importante e che non tutti possono avere l’onore di sentir associata al proprio nickname da writer. Come dice la parola stessa “KING” è un titolo di altissimo livello, forse il più alto, e raggiungerlo non è sicuramente un gioco da ragazzi.

Scopriamo assieme da dove nasce questa terminologia e come si diventa un king nel mondo del writing.

Graffiti King | Episodio 30 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

KING è uno degli appellativi più importanti quando si parla di writing. Chi sono i graffiti king e come lo sono diventati?

King Graffiti: significato

La traduzione di King in italiano è semplice: RE. Il graffiti king è quindi il re dei graffiti e cioè un writer che ha raggiunto uno status così alto da essere classificato tra i migliori in circolazione.

Non esiste un unico e solo king dei graffiti, anche se a primo impatto si può pensare così. I king sono writer rispettati e riconosciuti come portatori di conoscenza, storia ed hanno forte credibilità urbana/di strada (street credibility); infatti molto spesso i king delle città più grandi fanno parte della prima scuola di graffiti.

Riconoscere un king

Quando ci si approccia alla cultura del writing è importante saper riconoscere un king sia per questione di rispetto, ma anche per poter imparare qualcosa osservandolo all’opera.

Escludendo i writer che hanno incorporato il termine all’interno dei propri pezzi, così come ha fatto KING ROBBO (l’uomo che prese a schiaffi Banksy), è possibile riconoscere pezzi e tag dei king poichè spesso al loro interno è presente una corona. La corona è infatti il simbolo riconosciuto dalla cultura writing per indicare un king.

I pezzi negli eventi inoltre godono molto spesso di posizioni privilegiate, isolate dagli altri e ben visibili.

Questa cosa è molto importante: quando disegni la tua tag ti sconsiglio fortemente di aggiungere una corona poiché rischieresti di fare la figura del toy (e se non sai cosa è un TOY, leggi l’articolo qui).

Robbo-vs-Banksy-03-King-Robbo
Fotostoria – Robbo si vendica

Come si diventa King dei graffiti?

Essere riconosciuto come king è uno degli obiettivi primari per chi crede profondamente nella cultura writing e dei graffiti. Ci sono principalmente due modi per diventare un graffiti king: il primo è per anzianità, il secondo è per capacità.

Il primo sembra il modo più facile, ma in realtà non è così: ci possono volere 15-20 anni di attività continua per ottenere lo status di king ed essere riconosciuto come tale. Non parliamo di 15 anni a scrivere sui propri libretti, ma girando per il mondo e bombardando ovunque possibile.

Il secondo non è semplice, ma può permettere di raggiungere questo status più velocemente. L’appellativo king può essere riconosciuto ad un writer anche per le sue capacità in un determinato ambito: king dei throw up, king dei wholecare, king dei blockbuster, king di una determinata zona geografica… insomma, si può diventare king di qualsiasi tecnica di writing.

La cosa fondamentale è una: non ci si autoproclama king, ma si è riconosciuti come tale.

Cornbread-King-of-the-walls

Da dove deriva questo termine?

Chiaramente king non è un termine proprio della scena graffiti, ma deriva dalla scena hip hop che a sua volta lo ha ereditato dalla scena musicale in generale. Già dagli anni 80 alcuni dei dj, degli mc e dei rapper che hanno dato vita al movimento hip hop che ancora oggi coinvolge milioni di persone venivano chiamati king in onore della loro magnificenza e di quello che erano riusciti a fare.

Graffiti Queen: non dimentichiamo le donne

Tutto questo articolo vira sul significato di graffiti king, ma una donna può diventare graffiti king? La risposta è molto semplice: no.

Per le writer di sesso femminile esiste l’appellativo graffiti queen. Il significato è lo stesso, lo si diventa nello stesso modo ed allo stesso modo una queen può utilizzare la corona sui suoi pezzi.

Le donne riconosciute come tali sono meno: sia perché in percentuale la presenza femminile è inferiore all’interno del mondo dei graffiti, ma soprattutto per colpa di una scena che non è mai stata storicamente esente dal concetto di maschilismo e patriarcato.

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