Sticker Art: tutto quello che devi sapere

Tra le tecniche di street art più semplici da riconoscere c’è sicuramente la Sticker Art: ma sei sicuro di conoscerne i dettagli? Lo sticker slapping non è semplicemente “attaccare uno sticker”, è molto di più: una sottocultura con le sue regole, i suoi fondatori ed i suoi messaggi.

Approfondiamo assieme questo ramo dell’arte urbana: c’è sicuramente un motivo se spesso viene indicato come sticker bombing, ma forse è troppo sottovalutato.

Cosa è la street art? | Episodio 01 Disagismi Urbani | Street Art & Graffiti

Cosa è la street art? una domanda a cui non è sicuramente facile rispondere. Proviamo a capire oggi cosa si intende con questo termine e da dove ha origine il tutto

Sticker Bombing: l’arte di appiccicare ovunque

Lo sticker bombing, termine utilizzato per indicare la sticker art o la sticker street art, è una tecnica di arte urbana che consiste nell’attaccare più sticker adesivi possibili in altrettanti luoghi per diffondere un messaggio, un brand o per ricordare ai visitatori chi è stato in quel luogo prima di loro.

E’ importante tenere a mente quale può essere l’obiettivo dell’artista: far conoscere il proprio nome, il proprio simbolo, oppure inviare un messaggio. Nella maggior parte dei casi, ciò che è importante non è solo tappezzare i luoghi di adesivi, ma farlo in posizioni strategiche, visibili e riconoscibili: più il luogo è trafficato, più lo sticker avrà visibilità.

Sticker-Bombing-Ingresso-Toefelsberg

Sticker street art: come è iniziata?

L’invenzione dello sticker adesivo risale al 1935, ma ci sono voluti almeno 40 anni prima che questo materiale venisse preso in considerazione per qualcosa che non fosse “etichettare prodotti”. Alcune fonti raccontano che TAKI 183 utilizzava gli sticker già nel 1970, ma non sono sicurissimo che questa cosa sia vera.

Shepard Fairey, in arte OBEY, è sicuramente il primo nome a cui si pensa quando si parla di sticker bombing (e se non è così, allora ti conviene andare a leggere l’articolo che ho scritto sulla storia di OBEY per rinfrescarti la memoria). Tuttavia OBEY non è stato l’inventore della tag su sticker: già prima di lui altri tagger sfruttavano adesivi riempiti di tag per diffondere il proprio nome ovunque.

Ciò che si può ricondurre ad OBEY è probabilmente il fatto di essere stato il primo ad aver trasformato la sticker art in qualcosa di organizzato, con un obiettivo preciso ed uno studio dettagliato dei luoghi in cui appiccicare il proprio logo.

L’iniziativa di OBEY divenne virale nel giro di poco tempo e, complice anche la forte community legata al mondo dello skateboarding, il suo sticker si diffuse su tutto il territorio americano. Da quel momento in poi lo sticker bombing divenne un fenomeno sempre più in espansione.

L’immagine del famoso wrestler Andre the Giant accompagnata dalla scritta Has a Posse è ancora oggi una delle più riconosciute nel mondo dell’arte urbana e lo sticker di OBEY è tutt’oggi il più diffuso e richiesto.

OBEY---André-The-Giant-Has-a-POSSE

Sticker art in Italia: c’è una storia?

Ebbene si: c’è una grande storia di sticker art e sticker bombing in Italia e tutto inizia nei primi anni 90. Purtroppo non posso avere la certezza al 100% poiché queste informazioni non sono storicizzate, però mi sbilancio nel dire che tra i precursori di questa tecnica di street art in Italia troviamo I Sauri e la loro Saurology.

Un gruppo anonimo che per anni ha tappezzato di adesivi cartelli stradali, pali della luce, energy box, porte, mezzi pubblici… insomma tutto. Sticker totalmente disegnati a mano, con diversi materiali, rappresentanti sempre queste figure stilizzate, semplici, ma che rimangono impresse in testa.

Il boom principale è arrivato negli anni 2000: sia grazie all’evoluzione del mondo digitale, ma anche grazie all’evoluzione della stampa e possibilità di stampare grandi quantità di adesivi di alta qualità abbattendo i costi (è stata persino inventata una tipologia di carta adesiva ad hoc per sticker).

Sono tantissimi gli artisti che hanno fatto storia (e ancora oggi la fanno) in Italia come sticker artist, ed altrettanti sono quelli che nel tempo hanno deciso di intraprendere strade diverse, abbracciando altre tecniche di arte urbana o arte classica.

Come sempre, senza voler mancare di rispetto a nessuno, i nomi che mi sento di suggerire se sei alla ricerca di qualche sticker artist e sticker bomber da seguire in Italia sono i seguenti:

BNE Sticker Bombing un caso da conoscere

BNE è un writer tutt’ora anonimo che ha iniziato la sua carriera circa 30 anni fa e di cui si conosce veramente poco. Ha sempre evitato di mostrare il suo volto, di far conoscere il suo nome e soprattutto di spiegare cosa significa la sigla BNE.

Quello che sappiamo, dalle poche interviste rilasciate, è che inizia a taggare muri e superfici verso la fine degli anni 90 per poi passare nei primi anni 2000 all’utilizzo degli sticker. Il perchè di questo passaggio da writing a sticker è nelle seguenti parole “Non posso fare 500 tag in un giorno, ma posso sicuramente attaccare 500 stickers“.

Lo sticker di BNE è sempre stato semplice: rettangolare, con le tre lettere presenti in nero su sfondo bianco (o viceversa). Successivamente ha aggiunto la scritta was here creando l’iconico sticker BNE WAS HERE.

Il marchio BNE negli anni è diventato sempre più importante permettendo al writer di chiudere diverse collaborazioni, ma portandolo anche a ragionare sul potenziale nelle sue mani: dopo alcuni lavori a Jakarta ha fondato la BNE Water Foundation con l’obiettivo di trovare soluzioni per facilitare l’accesso all’acqua potabile nei paesi più poveri. Purtroppo nel giro di qualche anno tutto è sparito a causa di un grande scandalo.

Oggi non sappiamo se BNE è ancora operativo, però sappiamo che nel suo periodo d’oro, anche grazie all’aiuto di colleghi writer, riusciva ad attaccare fino a 10000 sticker al mese. Ad un certo punto era diventato un problema così grande a New York da avere una taglia: 2500$ per chiunque avesse supportato il suo arresto.

Il motivo di questa cosa? BNE era incolpato di aver istigato atti di vandalismo per le vie della città, tutto secondo la teoria del vetro rotto.

No Hate Family : un progetto interessante

Nato a Colonia grazie ad 8 street artist, #nohatefamily è un progetto non-profit che ha l’obiettivo di affrontare il tema dell’odio nella società moderna grazie al supporto di artisti da tutte le parti del mondo.

Sfruttando i social media, soprattutto instagram, gli artisti sono riusciti a coinvolgere centinaia di street artist mettendo a disposizione una piattaforma dove creare uno sticker ad hoc con la scritta STREETART AGAINST HATE – TO LIVE AND LET LIVE.

Il progetto si è evoluto passando dal mondo digital a quello fisico dando vita ai WALLS OF LOVE: interi muri ricoperti da sticker legati al progetto che hanno riscontrato grandissimo successo. In Italia attualmente sono presenti a Bolzano, Frosinone e Roma.

Maggiori informazioni sono disponibile sul loro portale NO HATE FAMILY

No-Hate-Family-Amburgo

Sticker bombing: c’è differenza tra graffiti e street art?

Quando si parla di sticker bombing una domanda che può essere fatta è: questa tecnica è classificabile all’interno della street art o dei graffiti?

Ho affrontato in questo articolo la differenza tra street art e graffiti, ma in questo specifico caso ci troviamo davanti ad una situazione particolare. Personalmente mi sento di classificare lo sticker bombing più come una tecnica di street art piuttosto che una parte del movimento del writing.

Il motivo è legato al fatto che l’adesivo è qualcosa che si appiccica: in questo caso non si tratta di lavorare direttamente su una superficie con bomboletta o marker, bensì di lavorare su carta (o in maniera digitale) e poi successivamente effettuare l’atto fisico di appiccicare.

C’è comunque una differenza sottile, ma importante, tra gli sticker indirizzati più verso il writing rispetto a quelli indirizzati verso la street art: i writer tendono ad appiccicare in giro la propria firma o la propria tag (hai presente lo sticker “HELLO MY NAME IS”), gli street artist solitamente legano lo sticker ad un logo oppure un’immagine.

Sticker-Art-su-una-porta

Sticker Street Art: qualche consiglio

Faccio parte di quel gruppo di persone che quando può appiccica il proprio sticker ovunque (penso di averne attaccati almeno 3000 in giro per Milano… e sono pochissimi), quindi ti lascio qui sotto alcuni consigli:

  1. Scegli bene il materiale. Ci sono diverse tipologie di sticker e decine di portali dove acquistarne. La cosa che mi sento di suggerirti è quella di scegliere bene il materiale: più lo sticker è spesso, più durerà. Io utilizzo degli sticker in vinile che sono leggermente più costosi rispetto agli adesivi normali, ma si percepisce direttamente al tatto la differenza (Se vuoi acquistare, ti posso consigliare il sito che utilizzo io QUI)
  2. Ricordati che non è proprio legale. Appiccicare adesivi in giro su superfici non tue non è legale, quindi presta sempre grande attenzione. Lo spazio pubblico, come descritto, è di tutti, ma questo non significa avere libertà di scrivere ed appiccicare qualcosa: c’è il rischio che un semplice sticker si trasformi in una segnalazione per vandalismo
  3. Non sovrapporre il tuo sticker agli altri. Questa è una delle cose più irrispettose che si possano fare: appiccicare il proprio sticker al di sopra di quello di qualcun altro. A meno che lo sticker iniziale non sia rotto, rovinato o deteriorato, non farlo mai. Porta rispetto per chi è arrivato prima di te: esistono migliaia di spazi e superfici, perché andare a coprire qualcun altro?
  4. Non appiccicare a casaccio. Lo sticker bombing richiede un minimo di studio: non attaccare i tuoi sticker a caso oppure in luoghi dove pensi che verranno presto staccati (ad esempio una vetrina). Ricordati una cosa: se pensi che in una posizione arriveranno a staccare il tuo sticker, succederà sicuramente, tu avrai perso solo soldi ed avrai fatto anche la figura del toy.

NO ADESIVI GRAZIE!

Come ultima cosa voglio lasciarti questo piccolo bonus, un video sarcastico, ma veramente bello, riguardante proprio la “piaga” della sticker art


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